La quinta e ultima cappella a destra porta ancora l’intitolazione a Sant’Antonio Abate, segno di una sistemazione precedente; dalla fine del Settecento, però, ospita una grande tela che rappresenta il “Transito” ossia il passaggio al Cielo di San Giuseppe. Questo quadro proviene da un’altra chiesa cittadina, che è poi stata distrutta (Santa Maria del Popolo) e il trasferimento in San Pietro ha richiesto un ampliamento della tela sui quattro lati per adattarla alle misure dell’ancona. Osservando la tela in condizioni di luce adatta si distinguono chiaramente i segni dell’allargamento.

Il quadro, dopo attente ricerche, è stato riconosciuto come opera del pittore reggiano del Seicento Girolamo Massarini, che è l’autore anche dei due quadri (Incontro dei Magi con Erode e Strage degli Innocenti) che si trovano nella cappella dell’Epifania.

La scena è centrata sulla figura di san Giuseppe, messa in evidenza dal bianco della camicia e delle lenzuola, ripreso dalla luce che cade sull’angelo in primo piano a destra. Il Santo, con capelli e barba bianca, è raffigurato mentre, con sguardo ancora vivo e attento, riceve la benedizione di Gesù, che con la mano sinistra gli sorregge il capo. Intanto la Vergine Maria con un gesto eloquente sembra invitare il fedele a prender parte a questo momento di dolore, ma anche di gloria. Sono pronti ad accogliere Giuseppe due angeli che suonano, uno la tromba e l’altro un violoncello, mentre fra la Madonna e Gesù un’altra figura tiene pronta la corona di fiori che incoronerà il Santo. Alcuni altri angeli, via via più piccoli e sfumati, appaiono dalla profondità del cielo, illuminato dalla colomba dello Spirito Santo. Dal cielo ritorniamo alla terra per osservare, in primissimo piano (all’orlo della tela nella sua misura originaria), gli attrezzi da falegname che si collegano al lavoro di san Giuseppe (ricordiamo che nel Vangelo gli abitanti di Nazaret parlano di Gesù chiamandolo “il figlio del falegname”).

L’insieme del quadro è caratterizzato da colori caldi (anche il cielo è rossastro); le vesti di Gesù e di Maria hanno gli stessi colori (tunica rossa, mantello scuro). La disposizione e i gesti delle figure creano un’impressione di movimento: si possono osservare in particolare le torsioni delle figure con le mani rivolte in varie direzioni, attorno al centro che è la bella testa del vecchio San Giuseppe pronto a passare da questa vita alla vita eterna.

Ricordiamo che i Vangeli parlano pochissimo di San Giuseppe,  solo nei capitoli relativi alla nascita e all’infanzia di Gesù. Si è tramandato in scritti apocrifi che sia morto – come è verosimile – assistito da Gesù e Maria, e quindi è venerato da chi invoca una “buona morte”.

S.L.

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