Nel transetto sinistro si apre quella che un tempo era la Cappella dedicata a Santa Scolastica (la sorella di San Benedetto), e dal secolo scorso è il Battistero. L’ingresso è segnato da un cancello di ferro battuto e sormontato da un cartiglio dipinto con la scritta “Fons vitae”, ovvero fonte della vita.

La parete di fondo è ornata da una pala d’altare con il lato superiore sagomato ad arco (ovvero “centinato”), che fino al 1783 si trovava presso la sede della Confraternita dello Spirito Santo, posta circa di fronte alla chiesa di san Pietro. In seguito alla soppressione della Confraternita,  la tela venne trasferita in san Pietro, al posto di un altro quadro ora perduto. La tela che noi vediamo risale al 1633, dunque a un periodo nel quale il suo autore, Alessandro Tiarini, era molto attivo a Reggio, particolarmente nella decorazione della Basilica della Ghiara. Alcuni anni prima Tiarini aveva già dipinto, per la nostra chiesa, una bella pala d’altare col Martirio di santa Barbara, nella terza cappella a sinistra della navata.

Il quadro del Battistero rappresenta la Trinità con la Vergine; è un soggetto sacro non molto comune, anche se non mancano precedenti illustri (come l’affresco fiorentino di Masaccio in Santa Maria Novella). Qui la composizione è semplice, richiama quasi una scena familiare: al centro, messo in rilievo dalla luce che fa spiccare il chiarore della pelle e il rosso della veste, siede Gesù Cristo (“alla destra del Padre”, secondo il Credo); a sinistra Maria, col velo e il mantello di colori spenti; dall’altro lato il Padre, figura solenne con capelli e barba bianchi , vestito con tessuti elaborati. A completare la Trinità, in alto vola la colomba dello Spirito Santo. L’insieme è arricchito da alcuni piccoli angeli, in pose anche giocose (in alto a destra), su uno sfondo scuro appena rischiarato dalle aureole e mosso da qualche nuvola.

Se torniamo alle tre figure principali, notiamo gli sguardi che si scambiano: Gesù guarda il padre, che si rivolge a Lui, mentre la Vergine sembra seguire la loro conversazione. I gesti sono significativi: la mano destra del Padre, alzata, mostra tre dita, chiara allusione alla Trinità; il Figlio tende la destra verso il corpo della madre, alludendo al mistero dell’Incarnazione. Maria, a sua volta, ha un atteggiamento umile (con la destra tesa verso la terra da cui proviene) nel quale si potrebbe riconoscere un riflesso della giovane Vergine che accolse l’annunzio dell’Angelo dicendo:” Ecco la serva del Signore”.

S.L.

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