La cappella di san Mauro è la terza sulla destra; in passato era la prima, dove ora si trova la cappella di santa Giulia e san Cristoforo.  Il giorno della festa di san Mauro (15 gennaio) talvolta la cappella è illuminata e vi si celebra la Messa, in quanto vi è molta devozione per questo santo. Cerchiamo dunque di sapere qualcosa di più su di lui, prima di descrivere il quadro che lo rappresenta.

Come ricorda in un suo scritto il papa san Gregorio Magno, suo contemporaneo, vissuto nel sesto secolo, Mauro era un giovinetto di famiglia nobile, affidato, insieme al coetaneo Placido, a san Benedetto di Norcia, fondatore dell’ordine che da lui prende il nome. La Chiesa di san Pietro, come più volte si è ricordato, fa parte di una grande complesso monastico dell’ordine benedettino; è dunque naturale che un altare sia dedicato a Mauro, discepolo prediletto e in seguito fidato collaboratore di san Benedetto. Gregorio Magno racconta qualche avvenimento miracoloso con al centro san Mauro (camminando sulle acque salvò Placido che stava per annegare; scoprì che un diavolo impediva a un altro monaco di essere puntuale alle funzioni religiose …). Tuttavia non è facile capire a quale avvenimento si possa collegare l’immagine collocata sopra l’altare.

Il quadro, compiuto verso la metà del Seicento, è di Sebastiano Vercellesi, autore anche  dei tre medaglioni sul soffitto della cappella di san Michele,  nonché di un quadro che si trova nel santuario della Madonna della Ghiara. Altre sue opere sono al Museo Diocesano di Reggio e alla Galleria Estense di Modena.

Il santo è raffigurato sulla sinistra, con l’aureola, rivestito della tonaca nera caratteristica dei benedettini, chinato a fianco di un giovane che evidentemente sta soffrendo molto: ha gli occhi chiusi e il volto pallido. Un giovane lo sostiene per le spalle, un altro, inginocchiato lì accanto,  scopre la gamba sinistra, rivestita di un calzare.  La gamba destra invece è del tutto nuda e mostra una ferita o piaga sanguinante. San Mauro, mentre con la mano destra impartisce la benedizione, con la sinistra sorregge un lembo del tessuto che forse avvolgeva la gamba malata. Sta per avvenire un miracolo; ma, come sappiamo, i miracoli non sono compiuti direttamente dai santi, ma solo da Dio. Il quadro lo sottolinea: nella parte alta, infatti, si vede Gesù Cristo risorto, appoggiato alla Croce, che mostra la piaga del suo petto, dalla quale un sottile fiotto di sangue ed acqua - evidente ricordo di quando il soldato lo colpì con la lancia (Giovanni, 19, 33-34 ) - si dirige sulla gamba da guarire.

S.L.

 

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